17 Gennaio 2019
Processionaria del pino: come combatterla efficacemente
Con il finire della stagione invernale si ripropone, come ogni anno, l’annoso problema della Processionaria del Pino, noto per i danni ingenti provocati appunto, ai pini.
La Processionaria del Pino è un lepidottero dalla caratteristica peluria e colorazione rosso/grigia, che si nutre prevalentemente del tessuto vegetale degli aghi di pino.
La forma adulta consiste in una farfalla dall’apertura alare di 30-40 mm, di colore grigiastro, simile per mimesi alla corteccia della tipica pianta ospitante, che però non risulta dannosa durante il volo.
La caratteristica principale di questo parassita è la voracità con cui si nutre della chioma degli alberi, arrivando a danneggiare addirittura irrimediabilmente il pino, sia per mancanza di superficie fogliare, sia per il successivo concorrere di patologie derivate dall’indebolimento generale dell’albero.
Uno dei primi segnali di infestazione è la presenza del caratteristico nido di processionaria: un agglomerato bianco setoso contenente anche aghi di pino secchi, detriti ed altri materiali “da costruzione” che isolano le larve nello svernamento invernale.
L’uscita delle larve si ha appunto nel finire della stagione invernale (anche prima in caso di inverno mite), e corrisponde all’inizio della defogliazione da parte della Processionaria. Il nome Processionaria del Pino deriva dal comportamento gregario del lepidottero, infatti quando in movimento questi insetti si muovono in fila indiana, andando a creare una “processione” di larve su tutto il tronco dell’albero.
Un altro dei problemi causati dalla Processionaria è quello dei suoi peli urticanti.
I peli di questo lepidottero sono infatti irritanti per le mucose umane e non, inoltre nei parchi e nelle aree boschive, il movimento frondoso, il danneggiamento dei nidi o il semplice girovagare delle larve provoca la dispersione e lo svolazzamento dei peli, che possono irritare le vie respiratorie di chi sta attorno.
Eliminarle è quindi fondamentale specialmente nelle aree urbane e verdi delle nostre città, sia per motivi estetici, sia per motivi di sicurezza.
Come sbarazzarci quindi della processionaria del pino?
Possiamo per fortuna avvalerci di molti metodi di cattura ed eliminazione, anche biologici, molto efficaci nonostante la voracità dell’insetto in questione.
Uno dei principali metodi di cattura è quello massivo tramite mastrap: queste trappole, dalla forma ad imbuto, contengono un feromone sessuale che attrae le farfalle maschio della processionaria in elevate quantità, andando ad interrompere la riproduzione e quindi riducendo le future nascite.
Queste trappole possono essere utilizzate anche in grandi spazi boschivi, inserendone 10-20 per ettaro in funzione del livello di infestazione. Risultano molto comode anche per ambienti urbani , parchi e giardini.
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Altra soluzione per la cattura dell’insetto è l’utilizzo di una trappola a fascia: Nella fase di discesa in pre-crisalidizzazione, tramite la trappola, le larve vengono costrette dalla fascia in un imbuto, che le porterà in un secchio pieno di acqua saponata, eliminandole definitivamente.
Un altro metodo di difesa è quello chimico-biologico dell’uso del Bacillus Thuringiensis sso. Kurtsaki. Efficace sulle larve, questo batterio, una volta ingerito dalla processionaria del pino, va a interferire con l’apparato digerente danneggiandolo irrimediabilmente e portando alla morte l’insetto. Risulta però necessario erogarlo sulla gran parte della chioma del pino, poichè appunto deve essere ingerito, e il trattamento va effettuato in maniera tempestiva durante le prime fasi della crescita della larva.
Possiamo anche eliminare meccanicamente i nidi, che sono ben visibili, oppure danneggiarli, così da renderli inospitali, facendo però estrema attenzione ai peli urticanti delle larve, utilizzando quindi tutte le precauzioni del caso (mascherina, occhiali protettivi, guanti che non espongano la pelle).
Ultimamente i problemi derivanti dalla presenza della Processionaria del Pino stanno diventando via via sempre più ingombranti, con le amministrazioni pubbliche che a volte prendono sotto gamba l’argomento e lasciano proliferare questi infestanti nei parchi giochi e nelle aree pubbliche, con evidenti ripercussioni per la sicurezza e la salute dei cittadini.