01 Marzo 2019
Cos’è e come funziona un concime a lenta cessione?
Conosciamo tutti bene l’importanza di una corretta concimazione nei confronti di tutte le piante, che siano orticole, arboricole, d’appartamento e non, grasse, acidofile e chi più ne ha più ne metta.
Sappiamo anche che ogni errore di concimazione può portare a conseguenze più o meno gravi a seconda dei casi.
Nel caso di una concimazione insufficiente o sbilanciata, porteremo le nostre piante a manifestare fisiopatie di vario genere, dalla clorosi all’indebolimento generale e immunitario.
In caso di concimazione eccessiva e sbilanciata, dall’altro lato, potremmo provocare le cosiddette “bruciature” delle radici delle piante, che porteranno poi ad altri problemi e sovente anche alla morte della pianta stessa.
Per ovviare a questi problemi dovremo innanzitutto conoscere le esigenze nutritive delle nostre piante.
Così come ogni essere vivente presente in natura, anche le piante hanno esigenze diverse in base alla specie, all’ambiente circostante e alle caratteristiche del terreno, ma l’aspetto principale da considerare sarà quello della tipologia della pianta a cui faremo riferimento.
Esistono in commercio una moltitudine di fertilizzanti, adatti alle più svariate tipologie di piante, disponibili in varie formulazioni e composizioni, ma quello di cui parleremo in questo articolo è il cosiddetto “concime a lenta cessione”
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Cosa sono i concimi a lenta cessione?
I concimi a lenta cessione sono dei fertilizzanti bilanciati in formulazione granulare, utilizzabili sia universalmente sia per casi specifici a seconda della scelta del concime.
La caratteristica principale di questi concimi è il rivestimento del granulo: attorno ai singoli granuli di concime (solitamente con varie composizioni di azoto, fosforo e potassio) vi è una membrana preposta al rilascio graduale dei nutrienti, che si dilata o stringe in base all’umidità e alle temperature. All’aumentare di questi valori, aumenterà anche il grado di rilascio delle sostanze nutritive, seguendo quindi in maniera naturale lo stato vegetativo della pianta.
Grazie a questa particolare caratteristica questi concimi si sposano alla perfezione con le esigenze di piante d’appartamento, in vaso, e piante fiorite e da frutto, poichè più soggette a fisiopatie e bruciature date da errata concimazione.
La durata nel tempo di questi concimi varia dai 3 ai 9 mesi, a seconda della tipologia di fertilizzante scelto, e risultano molto comodi per chiunque abbia poca dimestichezza con il giardinaggio, o comunque per chi ha poco tempo da dedicare alle proprie piante in appartamento e non.
Il costo complessivo di queste soluzioni risulta mediamente più elevato rispetto alle controparti a cessione immediata, controbilanciando però il prezzo maggiore con una facilitata gestione della concimazione e una frequenza esponenzialmente minore della distribuzione.
Ci sentiamo quindi di consigliare il concime a lenta cessione in tutti quei casi in cui non possiamo gestire agevolmente questo tipo di processo, o comunque per piante molto “delicate” dal punto di vista nutritivo.
2 Giugno 2021 alle 15:12
[…] fertilizzanti a lenta cessione, forniscono il giusto equilibrio di azoto, fosforo, potassio e altri nutrienti minori. Danno anche […]